venerdì 30 maggio 2008

UN MONDO DI… BEEP!

Vi racconto in quanti modi viene utilizzata la… cacca, sostanza tipica di tutto il regno animale. Che diventa addirittura combustibile per le auto… Francesca

La cosa più puzzolente e disgustosa che conosciamo si sta prendendo la rivincita. (Dopo il Festival della Scienza di Genova e il Museo di Scienze Naturali di Trento, fino al 10 giugno è al parco Oltremare di Riccione con la mostra itinerante “Storia naturale dell’innominabile: la Cacca”)
Di misure, forme, odori, colori diversi, usata come cibo e fonte di energia, mezzo di comunicazione, materiale da costruzione, fertilizzante, nascondiglio, la cacca è una delle più antiche risorse del pianeta. I berberi del Nordafrica accendevano i loro forni con escrementi di vacca essiccati; i dottori nel medioevo preparavano medicamenti a base di escrementi animali e assaggiavano anche la feci dei pazienti per scoprire le cause delle malattie; nelle praterie del West, i pionieri si riscaldavano bruciando sterco di bufalo…. Oggi, la cacca viene anche studiata da paleontologi e naturalisti: grazie a quella, fossile, del T-Rex, si è scoperto che il grande dinosauro era un predatore; le feci di molti animali (orsi, uccelli…) aiutano a seguire i loro spostamenti, le abitudini, lo stato di salute.
CACCHE DA GUINNESS
La più grande: quella della balenottera azzurra, larga 25cm e lunga parecchi metri, di colore rosa per i gamberetti che mangia.
La più piccola: la cacchetta del pipistrello-farfalla, come la capocchia di uno spillo.
La più “in alto”: quella del protele, una iena africana che defeca stando dritta sulle sue lunghe zampe, anche da un metro dal suolo.
La più puzzolente: la cacca dell’orango malese, che si ciba del durian, frutto dal pessimo odore.
La più fantomatica: quella dell’effimera, un insetto che vive un giorno, non mangia e quindi non la fa.
DAL LETAME NASCONO I FIORI
“Chi vuol pane meni letame”, dice un vecchio proverbio. Il letame arricchisce il terreno di elementi minerali necessari alla crescita delle piante. Se non trattato, però, con i grandi allevamenti di oggi, può fare danni: solo negli Usa se ne producono 1,4 miliardi di tonnellate all’anno!
Un altro potente concime organico, ricco di azoto, fosforo e potassio, è il guano, gli escrementi di uccelli marini. I cormorani Guanay sono tra i più grandi produttori di guano, che è il più ricco di sostanze azotate. Si trova in gran quantità su alcune isole e coste del Cile e del Perù e nel Mar dei Carabi. In Italia, Cavour fu il primo a importarlo, nell’800.
GASOLIO E BIOGAS
All’Università dell’Agricoltura e della Tecnologia di Tokio, Giappone, un gruppo di ricercatori è riuscito a estrarre 1 grammo di gasolio da 100 grammi di letame….
Nell’ippodromo di Capannelle, a Roma, una centrale elettrica sarà alimentata dal metano ricavato dal letame: i suoi 1000 cavalli ne producono 43mila metri cubi all’anno, 7 palazzi di 4 piani!
Nelle fattorie californiane, il gas si ricava dagli scarti degli allevamenti bovini; in un allevamento olandese e in un villaggio cinese, dal letame del maiale.
A San Francisco, addirittura, l’azienda di nettezza urbana utilizzerà le cacche dei 120mila cani della città per produrre elettricità o riscaldamento.
PER “BUONGUSTAI”
Nutre batteri, vermi, mosche… gli scarabei stercorari usano pallottole di sterco per trasportare il cibo, come riserva alimentare e per proteggere le uova. Conigli e ippopotami la mangiano per arricchire la dieta. A Londra si beve… nel caffè: macinato con i chicchi digeriti dal Musang, un gatto asiatico.
Tratto da: Il giornalino - maggio 2008

giovedì 22 maggio 2008

Il gioco della vela

Cari ragazzi, stasera non perdetevi IL GIOCO DELLA VELA un programma che tratterà il mondo della vela vissuto dagli adolescenti come voi alle 20.30 su lA 8.
Se qualcuno vuole partecipare al programma chieda info alla prof.ssa Massa o alla prof.ssa Pozzobon.

mercoledì 14 maggio 2008

Spazio chiacchiere di Maggio

La droga



















Con questo articolo Gemma conclude la rassegna sulle sostanze pericolose per la nostra salute.

ORIGINE
Nel linguaggio comune si indica con il termine di "droga" una classe di sostanze chimiche naturali (estratte da alcuni vegetali) o sintetiche (create in laboratorio) che producono effetti sul sistema nervoso centrale (S.N.C.). Da quando esiste l'uomo esiste la droga. Molte sostanze venivano usate a scopo terapeutico, quindi non rappresentavano un problema; solo presso alcune popolazioni orientali, la droga era utilizzata come oggetto di benessere.Col passare del tempo, però la droga venne usata solo per il piacere che essa produceva, diventando quindi uno strumento di morte
CARATTERISTICHE GENERALI
I giovani che si accostano alla droga, occasionalmente o regolarmente, sono in numero paurosamente elevato, in continuo aumento in tutto il mondo. Spesso i giovani iniziano semplicemente per imitare un compagno o per provare l'ebbrezza di una novità apparentemente piacevole. Ma perché è così pericoloso l'uso della droga? Innanzitutto per i suoi danni che causa al sistema nervoso; inoltre il suo continuo uso può causare la dipendenza sia fisica che psichica. La tossicodipendenza è infatti caratterizzata da due importanti e gravi fenomeni: la dipendenza e l'assuefazione.
La dipendenza è ciò che crea nell'individuo quell'irrefrenabile bisogno di continuare a fare uso di droga; essa può essere psichica, quando solo lo stato psichico mentale dell'individuo a dipendere sull'uso della droga creando, in caso di sua mancanza, stati nervosi di ansia e angoscia, che spesso conducono al suicidio.Si parla invece di dipendenza fisica quando è tutto l'organismo a vivere in schiavitù nei confronti della droga, creando gravi disturbi che prendono il nome di sindrome di astinenza: dolori in tutto il corpo, nausea, vomito, collasso cardio-circolatorio, angoscia e confusione mentale. In stato di crisi di astinenza un tossicodipendente, pur di procurarsi la droga, è disposto a tutto: rubare, aggredire e anche uccidere; per questo rappresenta un grande pericolo per la società.
L'assuefazione è quel fenomeno per cui l'organismo di un drogato si abitua a una certa dose di sostanze, reagendo ogni volta in modo sempre meno forte; ciò induce il consumatore ad aumentare le dosi.
Ecco alcuni esempi di droghe:
Coca, Neve, Bamba
Cocaina + Alcol: crea una sostanza chimica all'interno del corpo che può dare dipendenza fisica, il cocaetilene. Se quando tiri senti un'irresistibile voglia di bere probabilmente stai sviluppando dipendenza da cocaetilene.
Cocaina + altri eccitanti (Amfetamina, Popper, Ecstasy ecc.): la sovrastimolazione del cuore può provocarne l'arresto.
E' un estratto semi-sintetico della foglia di Erithroxylon Coca, una pianta che cresce nella regione andina. La cocaina si presenta sotto forma di polvere inodore bianca (se estratta con la benzina) o rosa (se estratta con il gasolio) o in cristalli (free-base o crack). La cocaina può essere sniffata, fumata o iniettata, i tempi di salita e di discesa degli effetti dipendono dalla modalità di assunzione. La cocaina è quasi sempre tagliata e miscelata con altre sostante (additivi, solventi o scarti di lavorazione) e ciò può potenziare il rischio d'interazioni tra sostanze delle quali non si conosce la composizione.
La cocaina ha un'azione stimolante sul Sistema Nervoso Centrale e provoca un'euforia immediata, un sentimento di potenza fisica ed intellettuale e uno stato di indifferenza al dolore, alla fatica e allo stimolo della fame. La cocaina non provoca né tolleranza (bisogno di aumentare le dosi per sentire gli stessi effetti) né dipendenza fisica, ma si può arrivare a provare un irrefrenabile desiderio di rinnovare l'esperienza e di assumere di nuovo la sostanza.
Finiti gli effetti ricercati la persona sperimenta uno stato depressivo, durante il quale molti consumatori riportano sensazioni di ansietà, svogliatezza, irritabilità, difficoltà a concentrarsi ed episodi di insonnia.
I disturbi più frequenti nei consumatori abituali di cocaina sono a carico dell'apparato cardio-circolatorio (aritmie cardiache, problemi di contrazione di vasi sanguigni, ecc.) e un uso prolungato della sostanza può indurre disturbi del sonno, perdita dell'appetito, depressione, attacchi di panico, vissuti paranoici e in alcuni casi anche deliri e allucinazioni.
La morte di solito può sopraggiungere per overdose o per colpo di calore.
La cocaina è una sostanza ricavata dalle foglie di Erithroxylon Coca, pianta che cresce nei climi della zona andina. E’ una polvere bianca con odore caratteristico e circola sul mercato illecito a purezza e costo diversificato a seconda della tipologia di assuntore cui è destinata.
Recentemente il suo consumo è molto diffuso anche tra i giovani in età scolare. La cocaina è, assieme alla cannabis, l’alcol e l’ecstasy, la sostanza più diffusa negli ambiti ricreazionali dove viene prevalentemente sniffata, cioè assunta per inalazione. Nelle prime fasi del consumo si
sperimentano prevalentemente gli effetti gratificanti (sensazione di energia, ridotta percezione di fame, sete, sonno), maggiore stimolo sessuale.
Successivamente subentrano difficoltà a dormire e a mangiare, tremori, ipertensione, tachicardia, problemi cardiaci, aggressività. La cocaina, come la gran parte degli stimolanti, ha un’azione up–down. Quando l’azione up svanisce (sempre più velocemente con il protrarsi del consumo) improvvisamente, come se si spegnesse un interruttore, subentra l’effetto down con stanchezza, mancanza di ogni energia ed ogni interesse, depressione, stress.
Il consumatore cronico è spesso ansioso, irritabile, sospettoso, può diventare paranoico ed avere vere e proprie psicosi. L’abuso protratto porta ad una vera dipendenza con relativa sintomotologia astinenziale caratterizzata da profonda depressione (sino al suicidio), sonnolenza, inquietudine, dolori muscolari ed ossei, tremori.
Per le ripercussioni dirette e indirette la cocaina, già di per sé, non è compatibile con la sicurezza di guida, ma ancor più rischioso risulta il suo consumo in associazione con altre sostanze. A tale proposito si pensa generalmente all’alcol che è la sostanza d’abuso più diffusa tra i
consumatori di cocaina . Tale associazione incrementa di più di 11.5 volte il rischio di stroke (infarto) improvviso.
Il crack è un derivato della lavorazione della cocaina cloridrato, ottenuto aggiungendovi bicarbonato di sodio e ammoniaca. Il crack si presenta sotto forma di cristalli di colore azzurrino/biancastro. Lo si assume con apposite pipe di vetro o legno inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli. Questa operazione provoca degli scricchiolii che danno origine al suo nome.
Gli effetti del crack hanno una salita immediata, intensa e molto breve (3-4 min.). Gli effetti desiderati sono quelli di sensazioni di forza ed energia, scioltezza comunicativa, euforia e vivacità. Come tutto anche questo ha un costo, il down del crack è molto pesante: la persona può sentirsi molto depressa e apatica, può sperimentare stati paranoici, nervosismo e irritabilità, insonnia o sonno eccessivo, diminuzione delle sensazioni di piacere e la voglia di rifumare può ripresentarsi esageratamente forte (intenso craving).
Il crack induce dipendenza psichica e può portare un aumento del numero delle assunzioni. Un consumo continuato e prolungato può portare all'alienazione dell'individuo con sintomi simili alla schizofrenia o a stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni.
La morte di solito può sopraggiungere per overdose, per colpo di calore e arresti respiratori e/o cardiaci.
Ero, Roba, Brown Sugar, Blue
Ero + Coca (Speed-Ball)
Ero + Keta: rischi di deprimere troppo il tuo sistema cardiocircolatorio e questo può provocare coma e morte.
L'eroina è un derivato semisintetico dell'oppio che si presenta sotto forma di polvere granulosa bianca o marrone. Nata nella seconda metà dell'800, l'eroina, come la morfina (anch'essa derivata dall'oppio, ma con effetto sedativo più potente) è stata utilizzata come antidolorifico, anestetico, sedativo. L'eroina è uno dei più potenti oppiacei e si può fumare, sniffare o iniettare in vena.
L'eroina è una sostanza che deprime il funzionamento del Sistema Nervoso Centrale, abbassando quindi pressione arteriosa, frequenza respiratoria e cardiaca. L'assunzione provoca, dopo una prima fase in cui possono manifestarsi nausea e vomito, uno stato di rilassamento intenso che può durare dalle 4 alle 6 ore, con sonnolenza, deficit della coordinazione motoria, dell'attenzione, stitichezza, inappetenza. Non si sentono più angosce né dolore, si vive in uno stato di benessere diffuso, finchè dura l'effetto.
L'overdose (che può portare a morte per soffocamento causato dall'eccessivo rilassamento muscolare) è tra i rischi di ogni assunzione: dipende dalla quantità assunta e dal grado di purezza, infatti è quasi sempre tagliata con altre sostanze, a volte più pericolose dell'eroina stessa. L'abuso sempre più frequente di questa sostanza può creare dipendenza psicologica e fisica in poco tempo, l'organismo non riesce più a farne a meno, bisogna aumentare sempre più le dosi per sentire lo stesso effetto. In condizione di dipendenza fisica l'astinenza provoca sintomi dolorosi, così che invece di assumerla per stare bene o meglio, si è costretti ad assumerla per non stare male.
un po’ di articoli…….
Di droga e alcol, secondo l'Eurispes,ne fa uso un giovane su quattro.
ROMA - Dall'Eurispes allarme-droga per i giovani. Il 28% degli adolescenti italiani, stando ad uno studio realizzato dall'istituto di ricerca, consuma infatti sostanze stupefacenti di diversa natura e pericolosità. Un dato allarmante se si pensa che, traducendo la percentuale in termini secchi, si scopre che un ragazzo su quattro fa uso di droghe e alcolici.
E' stato realizzato dall'Eurispes, in collaborazione con Telefono Azzurro, il "Rapporto nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza". Si tratta di un dossier al quale si è giunti analizzando il comportamento di circa 6mila adolescenti di età compresa tra i 12 ei 19 anni, e nel quale si tracciano anche quattro profili dei giovani consumatori italiani di stupefacenti:
i ''conformisti'' (il 23% degli adolescenti tra 12 e 19 anni, pari a circa 1.059.000 soggetti sul territorio nazionale);
i ''sintetici'' (il 3% dei giovani che corrispondono a circa 138.000 unita'); gli ''anfibi'' (il 2% del totale, pari a 92.000 adolescenti);
i ''virtuosi'' (il 72% degli adolescenti, circa 3.300.000 giovani).
Vediamole, nel dettaglio, così come la ricerca ne traccia le caratteristiche numeriche e sociologiche.

I conformisti. I giovani che vi appartengono fanno uso prevalentemente di droghe leggere associate all'assunzione di alcolici e, solo occasionalmente, consumano ecstasy. Tra questi, forte è la logica dell'appartenza al gruppo: uno degli atteggiamenti caratterizzanti riguarda infatti la frequentazione di amici che fanno già uso sia di droghe leggere sia pesanti.

I sintetici o psiconauti. Sono i giovani che, attraverso le droghe di sintesi, tentano di esplorare le potenzialita' immaginative della psiche. Accanto all'uso di droghe psichedeliche e allucinogene, vengono utilizzate anche droghe di prestazione come il crystal e la cocaina.

Gli anfibi. Consumano prevalentemente cocaina, accompagnandola a stimolanti come l'ecstasy, a droghe psichedeliche come le ketamine, o (meno frequentemente) a stupefacenti come l'eroina, spesso fumata o sniffata. Secondo Eurispes, la prevalenza dell'uso di cocaina rinvia ad una ricerca spasmodica di autoaffermazione e di una sensazione di disinvoltura, stile, mondanità.

I virtuosi. Si tratta della categoria più numerosa: i giovani che non fanno mai uso di droga e alcol. E corrisponde a circa 3.300.000 giovani.

In conclusione, dall'analisi emerge che le sostanze stupefacenti si sono moltiplicate e aumentano anche i modelli di consumo; inoltre appare sempre più frequente l'uso in contesti legati al divertimento e al tempo libero. Questa tendenza, inoltre, è confermata dal fatto che cresce il consumo delle droghe ''ricreazionali'' (anfetamine, ecstasy, psicofarmaci, LSD e, soprattutto, cocaina), la cui assunzione rende nell'immediato più socievoli. E' infine aumentata, negli ultimi anni, la tendenza dei ragazzi al ''policonsumo'', la forte sovrapposizione tra consumo di droghe e alcolici e fra consumo di oppiacei e di stimolanti.

Ancona, 28 aprile 2008
- Eccoli i bravi ragazzi di oggi. Tutto studio ed educazione tra le mura domestiche, consumatori di alcol e di droghe durante le feste tra amici. E’ vero che il fenomeno è vecchio come il mondo e che anche gli adulti di oggi non possono certo dire di essere stati esenti, in gioventù, da simili atteggiamenti. Ma probabilmente ora si sta un pochino esagerando. L’impressione è che quella che una volta era l’eccezione ora stia diventando, purtroppo, la regola.
E se addirittura la polizia si mette di buzzo buono per sollevare questo pentolone, significa che il problema è sempre più pressante. Non è un caso che gli uomini del commissariato di Osimo, diretti dalla dottoressa Margherita Furcolo, siano andati volontariamente a ficcare il naso in queste situazioni.
Il risultato è stato ovviamente sorprendente. Una decina di ragazzi fra i 16 e i 19 anni, tutti studenti di Osimo o dei comuni vicini, sono stati scoperti dalla polizia a far uso droga o a bere alcol durante le feste di istituto organizzate in questo fine settimana in discoteche o locali della zona.
I giovani sono stati identificati nell'ambito di controlli condotti dagli agenti del Commissariato osimano, della polizia anticrimine e delle volanti nei locali notturni. Tutti sono stati segnalati alla Prefettura: i maggiorenni si sono visti ritirare la patente; i minori invece sono stati riaffidati ai genitori, avvertiti dalla polizia.
Quasi tutti i ragazzi si accostavano per la prima volta a sostanze stupefacenti. In molti casi, padri e madri, convinti che i loro figli fossero astemi e non avessero mai fumato, non volevano credere ai poliziotti, fino a quando non stati i figli stessi a confessare tutto, a detta della polizia «profondamente pentiti e dispiaciuti". Della vicenda saranno informati la procura della Repubblica dei minori e l'Ufficio minori della Questura di Ancona.

1-Secondo voi, c’è un’età per assumere queste sostanze?
2-Secondo voi, è giusto farne uso?

Tratto da: http://www.delfo.forli-cesena.it/smresistenza/ricedrog/checosa.htm,
http://www.tabaccheria21.net/consigliIndex.htm
http://www.pinessi.it/erba_leggera.htm, http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/ancona/2008/04/28/84199-droga_alcol_alle_feste_istituto.shtml,

mercoledì 7 maggio 2008

Il fumo


Questa articolo di Gemma passa in rassegna un altro pericolo per la nostra salute.

Il fumo rappresenta un modo facile, visibile e non rischioso per affermare e segnalare a sé, al gruppo e agli altri il proprio status di adulti.
Sono più inclini al fumo gli adolescenti che appaiono più smarriti nella condizione di sospensione sociale e meno in grado di trovare in essa uno spazio soddisfacente di realizzazione.
Il fumo è espressione di trasgressione (soprattutto nei giovanissimi e nelle ragazze) poiché viene messo in atto un comportamento adulto quando ancora non si è adulti. Inoltre si fuma di nascosto, all’insaputa dei genitori.
Il fumo aggrega al gruppo.
Quando si comincia a fumare è decisiva l’approvazione degli amici.
Poi contano i modelli (gli amici che fumano).
Importante è il rituale del fumo:
- la richiesta della sigaretta
- l’offerta
- l’accensione
- l’inalazione
- lo sbuffo di fumo
- lo scambio della sigaretta accesa (fammi fare un tiro...)
Il fumo serve a far fronte alle tensioni, ai momenti critici...
Gli adolescenti fumano di più quando:
- i genitori sono fumatori
- la disapprovazione dei genitori è minore
- i genitori sono informati (sapere equivale a un indiretto riconoscimento)
LE CAUSE
Diventare un fumatore è una scelta che spesso non nasce da reali motivi, ma una volta presa è difficile cambiare la situazione, perché la vita senza sigarette sembra privata di un momento di piacere, di sicurezza e di prestigio. Talvolta il fumo è una scelta fatta principalmente per sentirsi all'altezza degli altri, per dividere con altre persone un rituale, per sentirsi più sicuri, per personale affermazione o perché si pensa di riuscire a migliorare le proprie prestazioni psichiche. Per continuare a fumare si è disposti a credere che lo smettere possa farci stare male e che ci provocherebbe inutili ed evitabili sofferenze. Questo naturalmente è falso, perché quando non si fuma si apprezzano meglio i profumi, si respira meglio, non si creano inutili e dannose irritazione e si sta meglio; migliorano la memoria e la prontezza di riflessi, si dorme meglio e in un modo più silenzioso.
Trae giovamento anche l'estetica, infatti la pelle è più elastica e le rughe si formano più lentamente, il colorito è migliore, spariscono le occhiaie e le macchie gialle sui denti e sulle dita, i capelli acquistano vigore e lucentezza. Disturbi banali come il raffreddore, il mal di gola si riducono, l'alito non ha più il tipico odore sgradito a molti, migliorano la respirazione e l'ossigenazione del sangue, migliora la prestazione sportiva per un aumento della resistenza e del rendimento muscolare.
Oggi a fumare sono più spesso gli uomini, ma il numero delle donne fumatrici è in aumento costante: i maschi iniziano con il fumo verso i 14/15 anni, mentre le donne verso i 17/18 anni e, talvolta, anche più tardi intorno ai 30 anni. La sigaretta è la più diffusa, infatti è apprezzata dal 96% dei fumatori, mentre sigari e pipa sono usati più raramente e soprattutto dalle persone anziane. L'istruzione non influenza particolarmente i fumatori uomini, ma nelle donne la cultura superiore o universitaria favoriscono notevolmente l'abitudine del fumo tanto che le più accanite fumatrici sono le donne manager o professioniste.
Potremmo distinguere i fumatori in diverse tipologie in base alla quantità di sigarette fumate e l loro modo di fumare:
• moderati: fumano regolarmente al massimo 10 sigarette
• irregolari: fumano poco, in modo casuale ed irregolare
• per stress: fumano tanto specialmente in situazioni stressanti
• abituali: fumano in modo regolare circa 20 sigarette al giorno
• viziosi: fumano fino a 40 sigarette al giorno e anche più
• dipendenti: non resistono senza sigarette a causa delle forti crisi di astinenza fisica e psichica che la loro mancanza determina
• instabili: fumano in un modo strano senza una quantità definita e in modo del tutto casuale.
Generalmente l'inizio dell'abitudine al fumo risale all'adolescenza, quando le sollecitazioni sono molte e ancora non si hanno le idee così chiare nei confronti dei possibili danni. Spesso la prima sigaretta viene accesa a dimostrazione del desiderio di crescere, di diventare grandi, di entrare a far parte del mondo degli adulti e di dividere i loro comportamenti. La sigaretta assume, particolarmente nei giovani, un significato bivalente, cioè da un lato fa apparire più grandi e dall'altro simboleggia una trasgressione accompagnata dal gusto del proibito . Talvolta per i giovani più insicuri è il mezzo usato per mascherare la timidezza e l'insicurezza, serve per farsi notare dagli altri e come metodo di affermazione personale, sociale e sessuale. Il fumare diventa quasi un rituale, una specie di evasione, uno sfogo per tensioni emotive di vario genere.
Il fumatore in genere conosce i rischi connessi al fumo, ma tende a rimuoverli ed evita di pensarci , e si sente aiutato in questo intento dalla pubblicità, dall'ambiente in cui lavora, dai mass-media, dai comportamenti di personaggi famosi che tranquillamente fumano in pubblico e talvolta anche dai medici stessi. Accendere la sigaretta diventa un gesto integrante nella vita del fumatore, che sovente prende il pacchetto di sigarette, l'accendino in modo automatico e senza rendersene realmente conto; infatti il fumatore abituale che fuma 1 pacchetto al giorno compie questo gesto circa 7.000 volte all'anno.
COME SMETTERE
Non esiste il metodo migliore in assoluto per smettere, perché nessun fumatore è uguale a un altro, anche se esistono alcune regole generali e alcuni aiuti farmacologici che possono essere considerati come un ausilio nella lotta contro il fumo. La prima cosa da fare è capire che smettendo di fumare non si perde nulla, anzi si guadagna molto. Inoltre è meglio farsi aiutare dal medico nella scelta del metodo più opportuno e per trovare il mezzo scientifico appropriato come terapia sostitutiva della nicotina. Chi decide di smettere deve certo affrontare alcune inevitabili conseguenze come le crisi di astinenza o l'aumento di peso, ma il tempo e la perseveranza aiutano a superare le difficoltà.
L'Informazione Sanitaria per il comportamento del fumatore consiglia di:
• limitare il fumo a un massimo di 10 sigarette al giorno
• non fumare per strada o al lavoro
• non portarsi dietro accendini o fiammiferi
• rifiutare le sigarette che vengono offerte
• fumare le sigarette fino a metà
• scegliere un tipo di sigaretta a basso contenuto di nicotina e di catrame
• comprare un nuovo pacchetto solo dopo aver finito il precedente
• non fumare prima o dopo i pasti, perché ciò interferisce con l'attività digestiva dello stomaco
• non fumare mai in presenza di non fumatori
• non fare boccate troppo avide, perché il numero e la profondità delle tirate influisce sull'effetto dannoso delle sigarette.

Quando smettiamo di fumare all'improvviso succede che i recettori della nicotina si ritrovano "disoccupati" e questo da inizio alle crisi di astinenza, le cui manifestazioni possono essere:
• irrequietezza ed eccitabilità
• stizza
• costipazione
• aumento di peso
• mal di testa, vertigini, fastidi alla circolazione
• scarsa concentrazione, stanchezza, sfinimento
• aggressività, nervosismo, cattivo umore
Il fumo porta a un calo di peso di circa 3,5 Kg nel fumatore, infatti chi smette di fumare generalmente tende a ingrassare, anche se questo non è vero per tutti, infatti c'è chi non è aumentato e chi addirittura è dimagrito. L'aumento di peso si aggira intorno ai 3 o 4 Kg nel primo anno, ma in seguito i chili presi tendono a sparire. Le cause della tendenza a ingrassare sono da ricercarsi nella riorganizzazione del metabolismo, che nel fumatore risulta essere accelerato con un conseguente consumo straordinario di calorie . Seguire un'alimentazione corretta aiuta molto ad evitare i chili di troppo e a controllare lo stimolo accresciuto della fame dopo che si smette di fumare.
A tutto ciò si aggiunge anche la sensazione sgradevole di non essere capaci di affrontare le situazioni senza l'aiuto del fumo. L'apice della voglia di fumare viene raggiunto dopo circa un giorno di astinenza dalla nicotina. Fortunatamente la crisi dura solo un giorno o due, ma il desiderio di fumare perdura per diversi giorni, diradandosi lentamente ma sempre di più. Nel giro di 2 o 3 settimane i sintomi tendono a sparire, ma naturalmente la loro durata dipende dal grado di dipendenza del soggetto. Nel 90% dei casi l'adattamento alla vita priva del veleno fumo si ha in circa 2 settimane e il desiderio o sparisce o compare molto sporadicamente.

VANTAGGI DEL NON FUMARE
Chi non fuma ha un'aspettativa di vita di ben 10 anni superiore rispetto ai fumatori.
• Quando si smette di fumare si respira meglio, tosse e catarro spariscono velocemente, faringiti e laringiti sono sempre più rare, bronchiti croniche ed enfisema polmonari vengono facilmente evitate.
• Diminuiscono notevolmente i rischi di patologie circolatorie e cardiache e il pericolo di ictus o di ostruzione delle arterie.
• Aumenta la resistenza fisica in generale e migliora la prontezza di riflessi; inoltre si hanno una maggiore concentrazione e calma. Alcuni studi americani hanno messo in evidenza che gli incidenti stradali coinvolgono una volta e mezzo di più i fumatori, che sono anche più soggetti a farsi male.
• Si dorme meglio, forse proprio perché non si è soggetti agli effetti della nicotina che sovente è responsabile della difficoltà di addormentarsi e dei sogni angosciosi che disturbano il sonno. Il non fumatore russa due volte di meno del fumatore.
• Non si corre il rischio di impotenza. Sulla fecondità il fumo ha effetti molto negativi e quindi non fumare porta sicuri vantaggi allo sperma maschile, che risulta essere meno denso del 13-17% nel fumatore, mentre la donna ha maggiori possibilità di restare gravida e di mettere al mondo figli sani.

Domande:
1-conosciete qualcuno che fuma in continuazione?
2- secondo voi è giusto fumare moderatamente?

Tratto da: http://www.pinessi.it/l'alcool.htm, http://www.benessere.com/salute/dipendenze/fumo.htm

Vedi anche il sito .

domenica 4 maggio 2008

L'alcool

Gemma, la giornalista di questo mese, mette in guardia dagli effetti negativi dell'alcool.

Tra gli adolescenti il consumo di alcool è elevato. Si beve più birra che vino, in quanto la birra appare come una bevanda più economica e moderna, capace di simbolizzare meglio la cultura giovanile.
La maggioranza degli adolescenti beve moderatamente, una piccola parte ma significativa sono bevitori forti.
Battesimo dell’alcool
- in famiglia (molti entro i 10 anni)in occasione di ricorrenze e feste;
- con gli amici (molti tra i 15-16 anni;
Tipologia del bevitore
Coloro che incominciano in famiglia sono per lo più bevitori moderati e continuano a farlo maggiormente con i genitori.
Coloro che cominciano con gli amici sono soprattutto bevitori forti e continuano a farlo con questi ultimi.
Connotazione sociale
Sia la prima assunzione di alcolici che il consumo successivo hanno un carattere sociale.
Quando il bere si accompagna a stress e depressione avviene in un contesto relazionale, non in solitudine.
Il consumo di alcol avviene sia con gli adulti che con i coetanei.
L’ambiente culturale attribuisce al bere diversi significati: convivialità, allegria condivisa, distensione emotiva e fisica.
La lieve disinibizione comportamentale prodotta da una moderata dose di alcol favorisce relazioni sociali più distese.
Basti pensare a come, nel linguaggio comune, il vino “faccia buon sangue”, “aiuti la digestione”, “assicuri un buon sonno”, “stimoli il buon umore”...
Bere dosi moderate di alcolici è parte integrante dei riti di legame e di gioia della nostra società, anche a livello religioso.
Gli adolescenti astemi pertanto risultano meno integrati nel gruppo sociale dei coetanei: hanno meno amici, si sentono meno interessanti per il sesso opposto e vivono maggiormente sentimenti di alienazione ed isolamento sociale. Sono ragazzi e ragazze che possono essere descritti come più dipendenti dalla famiglia, meno autonomi e maggiormente orientati verso l’impegno ed il successo scolastici.
Perché si beve
L’uso dell’alcol è un rituale di legame sia per gli adulti che per gli adolescenti. I comportamenti adolescenziali, anche quando sono rischiosi e dannosi, svolgono precise funzioni nel processo della loro crescita.
Nella crescita risulta primaria la costruzione e il rafforzamento della propria identità: l’alcol permette di diventare e di sentirsi adulti facendo ciò che gli adulti fanno.
Il consumo di alcol essendo diffuso sia tra gli adulti che i coetanei permette l’identificazione sia con i primi che con gli amici. Il bere moderatamente permette sia di “sentirsi giovani” che “sentirsi adulti”.
Lo sviluppo dell’identità, realizzandosi anche attraverso la prova dei propri limiti e l’esplorazione delle proprie possibilità (più nei maschi che nelle femmine), fa sì che il consumo dell’alcol possa configurarsi talvolta come una sperimentazione di sé, fino all’ubriacatura (accettato più nei ragazzi che nelle ragazze).
Naturalmente, esistono molti altri modi per vedere “quanto si resiste”: l’attività sportiva, l’assunzione di impegni, la lettura, l’approfondimento intellettuale.
Per molti adolescenti il consumo di alcol, anche smodato, rimane uno dei modi più facilmente accessibili e culturalmente accettati per realizzare una qualche forma di esplorazione e sperimentazione, in cui è anche contemplata una certa dose di trasgressione verso il mondo adulto. Poiché l’alcol è parte integrante della cultura adulta, la trasgressione non può realizzarsi attraverso il consumo in sé, ma oltrepassando i limiti socialmente accettati.
Un’altra funzione che riguarda soprattutto il gruppo dei forti bevitori e di quelli che si ubriacano spesso è quella che si esprime nel linguaggio comune come il “bere per dimenticare”. Il consumo eccessivo di alcool serve alla fuga e all’evasione dalle difficoltà e responsabilità. La sbornia risulta una strategia perdente in quanto non risolve i problemi, anzi pone nuove difficoltà relazionali; la stima di sé e il sistema di auto efficacia diminuiscono progressivamente.
Questi soggetti ricercano l’alterazione dello stato di coscienza e la fuga dal mondo reale non solo con l’alcool, ma anche con altre sostanze psicoattive oppure con i videogiochi, la musica assordante e le luci psichedeliche.
Classificazioni basate sulle caratteristiche di personalità del bevitore
Bevitore compulsivo: beve ogni giorno fino ad ubriacarsi; dopo aver iniziato a bere, non riesce più a controllarsi. Smette soltanto perché lo stato di incoscienza, la fine del denaro o interventi esterni lo costringono ad arrestarsi. Riesce a trascorrere brevi periodi di astinenza o intervalli fra le bevute, ma il primo sorso di alcol fa immediatamente scattare il comportamento del "tutto o nulla" e continua a bere fino a ubriacarsi. Questo tipo di bevitore tende a colpevolizzarsi, talvolta è aggressivo e desideroso di affetti , ma in fase di intossicazione alcolica può trasformarsi completamente alternando l'aggressività alla depressione.
Bevitore gregario: corrisponde all'alcolista da bar o da trattoria di paese, che di rado perde totalmente il controllo: ingerisce grandi quantità di alcol, ma riesce a smaltirle nelle serate in compagnia. L'alcol ha la funzione di elemento unificante tra i singoli bevitori che, pur avendo personalità diverse, riescono generalmente ad armonizzare tra di loro, a scambiarsi formule semplici per la risoluzione dei problemi del mondo, a darsi pacche sulle spalle, ad abbracciarsi e ad avere atteggiamenti di intima amicizia. In genere il gregario non soffre di particolari frustrazioni o conflitti in quanto delega al gruppo i suoi sentimenti repressi e i suoi problemi. In questa categoria di bevitori rientrano coloro che bevono per identificarsi in un modello culturale, per esempio gli artisti o gli studenti del campus universitario. Sovente il modo di bere del singolo si adatta a quella del gruppo, tanto che l'uscita da questo può portare anche a una riduzione dell'abuso di alcol; perciò l'appartenente a questa tipologia dovrebbe essere colui che ha la prognosi più favorevole nei confronti del bere.
Bevitore autistico: corrisponde al clochard, al mendicante-assistito, al barbone per vocazione, all'artista introverso e chiuso al mondo. Sono in genere persone emarginate dalla società o per rifiuto o per costrizione, ma che non sono necessariamente "fuorilegge". Vivono grazie all'assistenza o a un'attività minima che consente loro di sopravvivere. L'alcol potrebbe essere il mezzo di consolazione per la situazione vissuta, oppure potrebbe essere stato la causa di questo tipo di vita. Talvolta questo tipo di bevitore vive momenti di grande generosità, di acquisti insensati e di tentativi di mutamento radicale della sua vita. L'alcolismo autistico può anche rappresentare il punto di arrivo di altre forme di alcolismo, soprattutto quando il soggetto subisce un'emarginazione violenta durante il suo percorso di etilista. Questo fa sì che l'appartenente a questa tipologia sia difficile da curare e da disintossicare.
Bevitore solipsistico: corrisponde al professionista che si chiude nello studio e passa buona parte del tempo a bere, soprattutto superalcolici. Questo tipo di bevitore sfoga nell'alcol le tensioni della vita quotidiana, la sua paura di non farcela e di non essere all'altezza.. La società o, a suo tempo, la famiglia contribuiscono a creare la paura di non essere all'altezza, di non essere capace di soddisfare il suo compito e a creare, quindi, una situazione di grande conflitto. Il soggetto spesso diventa alcolista non quando si impegna per soddisfare la sua immagine, ma piuttosto quando si accorge che questa era coatta. Può essere definito un alcolismo da successo, e si può manifestare in tutte le classi sociali quando il punto d'arrivo non è in sintonia con i reali investimenti personali. L'alcolista solipsistico nega la sua dipendenza, la nasconde, se ne vergogna e la giustifica.
Bevitore regressivo: è colui che beve periodicamente, intervallando mesi di eccessi a mesi di bevute normali. È un soggetto che cerca di controllarsi, ma in situazioni a rischio, come in compagnia, a un ricevimento o quando la scelta delle bevande è ampia, difficilmente riesce a mantenere i buoni propositi Il soggetto insomma è consapevole del problema e pur essendo in grado di autocontrollarsi, si lascia coinvolgere facilmente in situazioni di tipo disinibi torio e di eccesso. La ricaduta lo riempie di vergogna, d'impotenza, ma anche di aggressività.
Bevitore reattivo: incontra l'alcol in conseguenza di una situazione dolorosa, come un lutto, e il tutto assume il carattere di una crisi. Non essendo in grado di reagire diversamente, beve e questo accentua la disperazione che ha scatenato la situazione. La battaglia contro l'alcol diventa particolarmente fallimentare e destinata a cocenti sconfitte., perché l'alcol diviene il mezzo per sopportare, per lenire le paure e il dolore, diventando così un sostituto affettivo gratificante e soddisfacente. Anche la casalinga frustrata e insoddisfatta del suo ruolo corrisponde a questa tipologia di bevitore, perché l'alcol diventa il mezzo compensatorio della situazione a cui non riesce a ribellarsi e diviene una forma di aggressione nei confronti dell'uomo che la fa sentire una donna-oggetto.
Bevitore pulsionale: è colui che, pur bevendo in modo eccessivo se sollecitato emotivamente, pur ricorrendo all'alcol per eludere l'ansia e i conflitti, è consapevole della sua dipendenza, ma cerca l'alcol volontariamente, perché questo assume il significato di sedativo e diventa una fonte di piacere. Anche se è consapevole dei danni che si procura, preferisce bere per affrontare situazioni di tensione o di noia quotidiana. La pulsione di bere è intimamente accettata e lo smettere viene vissuto come un tremendo dispiacere e un progetto sempre futuro. Questa dipendenza ricorda molto quella del fumatore che considera il fumo come una parte del suo vivere normale.
Effetti
L'alcolismo è una minaccia per la vita e spesso porta alla morte, specialmente come causa di malattie del fegato ed emorragie interne. Ci sono anche altri rischi di morte derivanti dall'assunzione di alcol, come gli incidenti alcol-correlati (sul lavoro, stradali, ecc.) o il suicidio, anche fra i giovani alcoldipendenti.
La dipendenza da alcol è più dura da spezzare e molto più dannosa di molte altre sostanze che provocano dipendenza. I sintomi fisici durante l'astinenza da alcol sembrano essere uguali a quelli sperimentati nella fase di astinenza dall'eroina.
I disturbi correlati all'alcol sono identificabili come:
• Intossicazione
• Abuso
• Dipendenza
• Astinenza
• Delirio da intossicazione
• Delirium tremens (da astinenza)
• Demenza persistente
• Disturbo amnestico persistente
Per tutti i seguenti occorre individuare se son dovuti a intossicazione o ad astinenza:
• Disturbo psicotico indotto
o con deliri
o con allucinazioni
• Disturbo dell'umore indotto
• Disturbo d'ansia indotto
• Disfunzione sessuale indotta
• Disturbo del sonno indotto
• Depressione
Terapie
I trattamenti per l'alcolismo includono programmi di disintossicazione gestiti da istituzioni mediche. Questi possono richiedere il ricovero di un paio di settimane in reparti ospedalieri specializzati dove possono essere somministrati farmaci per evitare i sintomi dell'astinenza. Dopo la disintossicazione, si usano diverse forme di terapia di gruppo o di psicoterapia, per occuparsi dei problemi sottostanti. Queste terapie possono essere supportate da farmaci quali il Disulfiram (nomi commerciali: Antabuse o Etiltox), che causa un forte e rapido malessere dopo anche la più piccola dose di alcool ingerita. Qualora si riprendesse il consumo di alcol (in presenza di questo farmaco) possono avvenire conseguenze assai gravi e persino la morte.
Un altro programma di trattamento è basato sulla terapia nutrizionale. La maggior parte degli alcolisti accusano problemi nel trattamento degli zuccheri, con resistenza dell'insulina, che può essere trattata con una dieta ipoglicemica. L'ipoglicemia causa un livello discontinuo di zuccheri nel sangue ed il relativo apporto al cervello. Ciò coinvolge il comportamento e gli stati emotivi spesso riscontrati fra gli alcolisti in trattamento.
Gli aspetti metabolici dell'alcolismo sono spesso trascurati con conseguenti cattivi risultati di trattamento.

PERCHÉ’ … TANTI MORTI PER INCIDENTI STRADALI?
di Giovanna Corsetti, Sandro Tomà
Un morto ogni ora e 4.000.000 di incidenti stradali che ogni anno fanno più o meno 8.000 morti e 24.000 invalidi permanenti, e la maggior parte sono giovani. Perché? Anche gli inglesi, fino a qualche anno fa, avevano il nostro stesso numero di morti, fino al giorno in cui hanno detto “basta”! E così i morti sono scesi a meno di 3.000. In un confronto parallelo fra Italia e Inghilterra, cercheremo di capire le differenze nei controlli della polizia e nella prevenzione sulla sicurezza stradale. Chi guida in stato di ubriachezza viene arrestato. Se chiedi una birra ad un autogrill ti rispondono che non hanno la licenza. Sulle nostre autostrade si vendono alcolici e superalcolici scontati.

E voi,pensate che sia sbagliato fare abuso di alcolici?
Siete d’accordo sulle cose dette?
Bevete vino?
Avete mai visto o sentito dire su di un incidente accaduto perché il guidatore era in stato di ebrezza?

Tratto da http://www.alcoldrogalegale.com/alcol%20in%20auto%20nemico%20numero1.htm, http://www.pinessi.it/l'alcool.htm, http://it.wikipedia.org/wiki/Alcolismo